Il pre - seminario

Pre - seminario. Una pastorale per le vocazioni.
Una volta la mese la comunità del seminario apre le porte della sua casa per far conoscere la sua vita ai tanti ragazzi che sono interessati ad approfondire la ricerca della propria vocazione. In un'intensa due giorni si cerca di riflettere sulla chiamata personale di Dio, di pregare per comprendere la sua volontà e si gioca per cementare, attraverso il divertimento, la comunione e l'amicizia.
Il pre seminario è una occasione importante per rafforzare i legami tra i ragazzi delle parrocchie e il nostro seminario diocesano, come anche un’esperienza (non certamente l'unica) che si propone di promuovere le vocazioni. La ragione che fa da sfondo a questa iniziativa è la certezza che Dio chiami, come leggiamo nel passo di Geremia, “fin dal grembo materno”.
Quanti ragazzi “normali” si incontrano nelle nostre parrocchie e che secondo le loro possibilità partecipano alla vita della comunità, alla catechesi o al gruppo dei chierichetti mettendoci l’anima e sentendosi protagonisti. Si può leggere dietro il loro impegno tanta generosità, disponibilità al Signore, e il desiderio di volergli bene. Cosa pretendere di più? Non certamente una vocazione già compresa e accolta, quanto piuttosto espressioni di fede legate alla loro età, segni a loro misura, potremmo dire.
In questi casi, con un sano realismo, non si tratta di proiettare immediatamente il nostro sguardo sul loro futuro, disegnando una vocazione che ancora non si conosce. Piuttosto il nostro servizio è quello di chi coglie nei loro comportamenti e atteggiamenti il passaggio di Dio oggi nella loro vita, che è premessa di un futuro che Dio ha pensato. Questi ragazzi sono quelli a cui l’esperienza del pre seminario potrebbe essere utile. Dopo sei anni di lavoro in seminario, mi rifiuto di pensare che non ci sia un ragazzo, uno solo, in ogni parrocchia che manifesti le sensibilità che sopra ho descritto.
Certo con tempo questi fanciulli cresceranno e cambieranno, alcuni lasceranno la parrocchia, altri continueranno a ruotare intorno ad essa, qualcuno arriverà anche a compiere della scelte più impegnative. Ma a noi è l’oggi del passaggio di Dio che interessa, il futuro lo lasciamo nelle sue mani, che sono più sicure delle nostre.
Certamente saper osservare i segni di una vocazione non è facile. Un ragazzo toccato dallo sguardo di Gesù non è diverso dai suoi coetanei: tuttavia con i suoi difetti, ambiguità e condizionamenti, anche familiari e sociali, da certi atteggiamenti e comportamenti si può cogliere che Gesù ha fissato lo sguardo su di lui.
Un appello mi viene spontaneo da queste colonne. Chiedo ai laici di non aspettare sempre il parroco, se al loro cuore di catechisti e di persone di fede sembra di scorgere questi segni non aspettino a incoraggiare e suggerire questa esperienza.
 Don Angelo Malduca  Rettore del seminario        (articolo apparso su "Voce del Logudoro")

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